IR Top presenta “Guida alle IR”, il libro di Anna Lambiase, e festeggia 10 anni di consulenza strategica di Investor Relations alle società quotate 

  • fornita una nuova definizione di Investor Relations
  • presentata l’evoluzione della professione in Italia nell’ultimo decennio
  • illustrate le prospettive future della professione

Milano, 8 luglio 2011

IR Top, la società italiana specializzata nella consulenza in Investor Relations e Comunicazione Finanziaria, ha festeggiato, nella cornice dell’Hotel Milano Scala, i 10 anni di attività di consulenza specialistica IR insieme a clienti, partner, stampa e investitori che hanno reso in questi anni la società uno dei principali player della financial communication italiana. 

Nel corso della serata Anna Lambiase, amministratore delegato e socio fondatore di IR Top, ha presentato “Guida alle Investor Relations – Strumenti e metodi avanzati di comunicazione finanziaria” (Edizioni Maggioli), con la prefazione di Daniela Biagi, Head of Academy – London Stock Exchange Group. 

“Con la direttiva Shareholders’ Rights – ha spiegato Anna Lambiase – il tema del coinvolgimento degli azionisti nella vita delle società quotate è divenuto centrale: oggi la facilitazione dell’esercizio dei diritti (“shareholder engagement”) rientra tra le finalità delle Investor Relations e comporta l’apertura della società all’adozione di misure atte a costruire un rapporto di fiducia collaborativa nel medio-lungo termine. Nel mio libro, la definizione fornita dal NIRI[1] nel 2003 è pertanto ampliata intendendo le IR come “una responsabilità etico-strategica dell’azienda che integra competenze di finanza, comunicazione, marketing e normativa volta a creare un’efficace comunicazione a due vie tra la società e la Comunità Finanziaria favorendo la partecipazione degli azionisti alla vita della società e la corretta valutazione del titolo in Borsa”.  

Intervistata da Lucilla Incorvati de Il Sole 24 ORE, Anna Lambiase ha illustrato i punti chiave di un’opera che rappresenta la prima guida pratica all’attività di Investor Relations in Italia e fornisce, attraverso l’analisi delle best practice internazionali e gli approfondimenti della più recente normativa in materia di informazione price sensitive, un quadro completo dello stato dell’arte e della possibile evoluzione della professione. 

Nell’ultimo decennio hanno influenzato significativamente lo sviluppo delle Investor Relations tre fattori: il cambiamento della domanda degli investitori, lo sviluppo della tecnologia e l’evoluzione della normativa. 

Relativamente al primo fattore gli investitori richiedono non più solo informazioni storiche e quantitative sull’azienda ma prevalentemente prospettiche e qualitative (vi rientrano il contesto di mercato, la governance, la responsabilità sociale di impresa, la sostenibilità del modello di business e il management). Ben sintetizza questo approccio Warren Buffett, secondo il quale “Managers and investors must understand that accounting numbers are the beginning, not the end, of business valuation“. 

Relativamente all’evoluzione tecnologica, gli investitori richiedono sempre più l’utilizzo, da parte delle società quotate, delle nuove modalità di accesso alle informazioni per operare scelte consapevoli di investimento in un contesto di mercato caratterizzato da elevata volatilità; le tradizionali “company visit” sono state superate da tecniche multimediali come webcast, press release su ipad e iphone, voto on-line ecc. In questo contesto l’area Investor Relations online del sito aziendale ricopre un ruolo centrale e diviene il punto di incontro tra comunità finanziaria ed emittente. 

Relativamente all’evoluzione del contesto normativo, il recepimento delle  direttive market abuse, transparency e shareholders’ rights ha introdotto livelli minimi uniformi di disclosure sui temi della prevenzione degli abusi di mercato, della diffusione delle informazioni regolamentate, della partecipazione degli azionisti alla vita della società. Recentemente il Presidente della Consob, Giuseppe Vegas, ha auspicato la realizzazione di una segmentazione degli emittenti basata su due regimi di adempimenti: un regime “minimo”, adeguato alle direttive europee, e un regime “volontario”, sinonimo di maggiore “qualità”, caratterizzato da più elevati requisiti di trasparenza e corporate governance. Tale intervento consentirebbero alle società di gestione dei mercati regolamentati di creare segmenti che differenzino le imprese quotate in base alla scelta di trasparenza e governance. 

Il futuro delle IR

Considerando la grande difficoltà di accesso al credito che in questi anni sta caratterizzando il contesto economico nazionale, il futuro della professione IR non può che andare oltre il mondo delle società quotate estendendo le tecniche di comunicazione finanziaria al rapporto banca-impresa.

Questo potrebbe contribuire ad una evoluzione del sistema industriale italiano in quanto affinerebbe gli strumenti con cui le Banche “osservano” le imprese per valutarne performance economico-finanziarie e potenzialità di sviluppo, al fine di concedere l’erogazione di finanziamenti. 

 

[1] National Investor Relations Institute

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