1) La ricerca

I risultati della ricerca condotta nel 2001 dall’Università IULM su un campione di 41 società quotate alla Borsa Valori di Milano denotano che la crescita del valore d’impresa deriva direttamente dalla qualità della Strategia, che determina la performance corrente e le prospettive di crescita a medio e lungo termine, e indirettamente dalla qualità della Comunicazione, attraverso un allineamento fra misure interne ed esterne di valore. E’ evidente il legame tra la comunicazione e gli indirizzi strategici dell’impresa: una stima corretta della strategia aziendale consente di individuare l’eventuale esistenza di un gap tra misure interne e misure esterne di valore. La dimensione e la gestione del gap rappresentano, infatti, alcuni tra i principali indicatori di efficacia della comunicazione economico-finanziaria. In presenza di un gap di valore sono necessari e opportuni interventi di comunicazione o di modifica/integrazione del disegno strategico. Nel caso in cui fosse stata effettuata una sovrastima (nel senso in cui la misura interna adottata sia maggiore del valore di mercato) la soluzione possibile sarebbe quella di comunicare con efficacia al mercato la strategia e la sua effettiva capacità di creare valore. Nel caso opposto, si presentano due possibili soluzioni: l’impresa può intervenire con la comunicazione, rendendo esplicito il valore effettivo, o, in alternativa, sfruttare il plusvalore riconosciuto dal mercato per realizzare validi interventi strategici. L’analisi delle società del campione conferma che le determinanti del valore aziendale si distribuiscono omogeneamente tra valore del piano, valore passato e valore di crescita. Alcuni aspetti di governo e di assetto istituzionale rendono le imprese più o meno attente alla comunicazione al mercato finanziario. In particolare l’attenzione si focalizza su quattro aspetti rilevanti:

– La dimensione e il segmento di mercato. Il fabbisogno ed i contenuti stessi della comunicazione economico-finanziaria sono strettamente correlati alle dimensioni dell’impresa e al mercato di quotazione.

– La contendibilità dell’impresa. Capitalizzazione e contendibilità, congiuntamente, presentano una significativa correlazione con la qualità della comunicazione: in presenza di elevata contendibilità la comunicazione consente di aumentare il controllo strategico della società e di garantire la tutela degli interessi degli azionisti.

– L’esistenza di piani di Stock Option. Se il management è incentivato in base a misure esterne di valore, il suo coinvolgimento nella gestione delle relazioni con la comunità finanziaria sarà maggiore.

– L’apertura e la composizione dei consigli di amministrazione. La composizione dei Consigli di Amministrazione può influenzare la qualità della comunicazione; in particolare, sembra esservi una correlazione positiva con il numero di consiglieri indipendenti. La comunicazione economico-finanziaria sembra strettamente correlata alla crescita aziendale in duplice maniera. La qualità della comunicazione tende a crescere in presenza di:

– Elevato peso della crescita sul complessivo valore aziendale;

– Elevato fabbisogno finanziario per operazioni di sviluppo (operazioni sul capitale).

L’attività di comunicazione e la sua qualità sono utili per consentire il pieno apprezzamento del valore di una strategia, specialmente quando è in larga parte determinato dalle prospettive di crescita. Il corretto apprezzamento di tale valore, facilitato dalla qualità della comunicazione, è funzionale all’utilizzo del mercato da parte delle imprese (raccolta di risorse finanziarie, acquisizioni con carta, …) e all’ingresso degli investitori istituzionali. I risultati della ricerca mostrano come il 25% delle società appartenenti al campione ha fatto scarso utilizzo del mercato ad ha una comunicazione giudicata mediocre, mentre il 75% mostra un livello di disclousure accettabile. La gestione del gap di valore consente di: – ampliare la base azionaria sfruttando le opportunità offerte dalla evoluzione dei mercati finanziari; – aumentare il controllo strategico e la possibilità di operazioni straordinarie; – facilita il ricorso al mercato (operazioni sul capitale); – contribuisce ad attirare e trattenere “talenti”; – riduce la contrapposizione fra risultati di breve e risultati di lungo; – offre opportunità di crescita altrimenti non sperimentabili. La comunicazione d’impresa, ed in particolare la comunicazione economico-finanziaria comporta evidenti vantaggi anche per il top management. Il confronto con gli operatori del mercato finanziario (analisti ed investitori) consente al management di realizzare un processo di apprendimento. L’apprendimento deriva dagli stimoli di riflessione sul business model, dall’analisi dei benchmarks, dall’individuazione delle possibili direttrici di integrazione e cambiamento strategico, oltre che dall’individuazione delle linee di sviluppo price sensitive. L’apprendimento può essere anche strutturato e reso patrimonio aziendale; tra i dati e le informazioni di maggiore interesse, oggetto di confronto tra analisti, Investor Relator e top management, ricordiamo:

– Dati Corporate su concorrenti/comparables – missione e progetti strategici – performance economico-finanziaria e di valore (passate ed attese) – strategie di portafoglio – criticità attuali

– Dati di ASA su concorrenti/comparables – vendite e margini – strategia competitiva – struttura del value chain e posizionamento percepito – informazioni di dettaglio funzionale

– Modello cognitivo degli analisti – key economic drivers – leve gestionali – indicatori.

Redazione IR Top, Cristina Fragni, Eliana Capodicasa