Il Bilancio è da sempre lo strumento chiave di comunicazione per le società e continua ad essere il cuore del set di informazioni che gli investitori utilizzano nelle decisioni di investimento. Nato come documento amministrativo-contabile, autonomo oggetto di meri adempimenti normativi, si è evoluto nel tempo. Nei casi più qualificati è divenuto lo strumento quali-quantitativo autorevole di comunicazione tra l’azienda e il pubblico, l’occasione per raccontare le strategie future dell’azienda, il complesso delle risorse finanziarie, degli strumenti e delle persone che contribuiscono alla creazione del valore d’impresa.

Informare sulle modalità gestionali e sulle componenti strutturali dell’impresa implica, necessariamente, la valorizzazione del concetto di “chiarezza” del bilancio. Tale concetto è sintetizzabile in un quadro fedele dell’impresa, che significa analisi dettagliata delle diverse componenti, evidenza dei criteri contabili adottati e descrizione delle tendenze evolutive aziendali in condizioni di economicità.

Se con il termine “chiarezza” intendiamo la possibilità di accedere alle informazioni, è evidente che il cammino verso tale chiarezza non è affatto agevole. In quest’ottica, infatti, risulta necessario affinare la capacità informativa del bilancio, utilizzando strumenti e tecniche che rendano più leggibili le informazioni in esso contenute, che incoraggino la lettura del documento, facilitando l’identificazione delle informazioni ricercate.

Il concetto di “capacità informativa” porta a considerare le diverse tipologie di destinatari del bilancio e la fattibilità della realizzazione di bilanci differenziati in relazione alle specifiche esigenze informative di tali soggetti.

La leggibilità delle informazioni offerte è un parametro quantitativo della facilità di comprensione dei testi scritti: se il livello di leggibilità di un bilancio è al di sopra delle capacità dei destinatari, si crea necessariamente un gap di comunicazione.

Per le società quotate oggi il Bilancio è sempre più strumento di comunicazione del valore, mezzo efficace per presentare e diffondere le linee ispiratrici dell’attività svolta dall’impresa, lo stile di comportamento, i modi e i mezzi utilizzati per realizzare il progetto strategico, consentendo ai terzi di valutare e apprezzare l’evoluzione.

Sono, tuttavia, ancora molte le aziende che, nella stesura del bilancio, si limitano alo mero adempimento dei regolamenti, senza aggiungere alcuna comunicazione sul valore.

L’analisi dei bilanci consolidati 2001 di 34 società del Mercato STAR, condotta da IR TOP, ha permesso di valutare il livello di completezza dell’informativa primaria di un campione di società quotate in un segmento di mercato particolarmente attento alla comunicazione finanziaria.

Gli item analizzati nello studio riguardano gli aspetti relativi al governo societario, all’orientamento strategico di fondo e al modello di business: tali item sono, infatti, di fondamentale importanza per la trasparenza informativa del bilancio.

I bilanci migliori sono risultati essere quelli di Merloni, Sabaf e Brembo.

E’ noto che la capacità del management di programmare il raggiungimento degli obiettivi aziendali è di per sè uno dei fattori determinanti il successo di un’impresa. Tuttavia, i risultati della ricerca mostrano, tuttavia, una scarsa propensione delle società a comunicare le strategie perseguite: solo il 32% del campione fornisce dati sull’orientamento strategico e non sempre ciò avviene in modo esplicito e facilmente individuabile nel documento di bilancio. Basse anche le percentuali relative alla missione aziendale e ai fattori critici di successo, presenti rispettivamente nel 3% e nel 9% delle società del campione. Eppure dovrebbe essere chiaro che è proprio durante i periodi “difficili” le società che comunicano in modo chiaro la strategia riescono a guadagnare fiducia nei confronti del target: questa è la chiave del successo nell’attuale competizione per il capitale.

Per quanto concerne gli altri item analizzati, dalla ricerca è emerso che il 59% delle società rende disponibili informazioni sulla Corporate Governance, la composizione ed il funzionamento degli organi societari interni (Consiglio di Amministrazione, Assemblee, Collegio Sindacale) ed esterni, la distribuzione dei diritti e delle responsabilità tra i partecipanti alla vita di una società. Insieme alle regole alla base della gestione e del controllo delle società, nel 41% dei casi vengono descritti nel dettaglio i piani di stock option, mentre nel 38% la composizione dell’azionariato.

Il 59% delle società del campione fornisce nella relazione sulla gestione una dettagliata descrizione delle business units, dell’apporto in termini finanziari, degli obiettivi e dei FCS. Il 56% delle società, inoltre, dedica la parte introduttiva del bilancio alla descrizione dell’andamento congiunturale, ovvero delle principali linee evolutive del settore in cui l’impresa opera.

Alla luce di teli evidenze empiriche, si può affermare che per circa la metà delle imprese considerate non sembra essere ancora chiaro che il Bilancio dovrebbe essere il risultato di una serie di competenze finanziarie, legali, di marketing e di gestione delle risorse umane: solo così facendo può divenire documento di valutazione finanziaria, mezzo di reclutamento del personale, strumento di marketing oltre che un modo per attrarre nuovi investitori e analisti.

Elisabetta Corvi, Anna Lambiase, Partner IR TOP

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