Quest’anno Eptaconsors ha vinto l’Oscar di bilancio, nella categoria PMI non quotate: quando ha avuto inizio la volontà di studiare anche gli aspetti intangibili del valore aziendale?

Si è trattato di un importante riconoscimento per la chiarezza della comunicazione e soprattutto per lo sforzo fatto per misurare e meglio valorizzare le risorse intangibili all’interno della società. La volontà del nostro Amministratore Delegato, Marco Bolgiani, di rispondere ai cambiamenti in atto ed alle crescenti esigenze di trasparenza e di correttezza informativa, hanno portato alla creazione di un documento che riunisce e combina le tre dimensioni attraverso le quali si sviluppa il modello di d’impresa: dimensione intangibile, dimensione sociale, e dimensione economica.
A partire dal 2000 il gruppo Eptaconsors ha cercato di interpretare i segnali provenienti dagli investitori e  dal mercato ricercando indicatori legati alle potenzialità di crescita dell’azienda, cioè ai “driver” della produzione di valore.
Quest’opera di introspezione ha portato alla creazione di uno strumento di relazione, di comunicazione globale e di dialogo interno: il nostro bilancio.

Per affrontare uno scenario sempre più mutevole e complesso, Eptaconsors ha messo a punto una strategia volta ad aumentare l’efficienza dei processi di creazione del valore, attraverso un approccio qualitativo e facendo della conoscenza e dell’energia intellettuale il patrimonio più prezioso dell’impresa. Come?
In una realtà economica in cui i beni e servizi cedono il posto più importante nella catena del valore alle idee, alle energie intellettuali e alla cultura, agli operatori finanziari è richiesto uno sforzo per creare conoscenza e rinnovarla costantemente in modo da trasformare  
quella che è destinata a diventare una commodity in un servizio ad alto valore aggiunto per il cliente, piccolo risparmiatore o investitore istituzionale.
In un simile contesto il Gruppo Eptaconsors ha fatto della condivisione della conoscenza il nucleo portante dell’attività, mettendo in atto processi interattivi e soluzioni innovative nell’operatività quotidiana.
Questo gruppo di aziende, con specializzazioni diversificate ma connesse fra loro, avvia processi condivisi di creazione e reciproco scambio di conoscenza. La ragione di questa strategia è la profonda convinzione che la conoscenza abbia valore solo se condivisa nell’ambito del gruppo, con i partner e con i clienti.
I quest’ottica il Gruppo Eptaconsors identifica la propria filosofia e strategia nel modello della brain company, un’impresa, cioè, il cui fine è rappresentato dalla costruzione di valore attraverso il coinvolgimento delle proprie risorse nello scambio, nella condivisione e nella organizzazione della conoscenza.
Il vantaggio competitivo viene così perseguito attraverso la ricerca dell’eccellenza, dei processi intellettuali e dell’operatività quotidiana.
Ponendo al centro della propria attività la qualità della relazione con il pubblico e assumendo una dimensione di ascolto e di percezione delle esigenze Eptaconsors supera la mera concezione di fornitura di soluzioni innovative a vantaggio della creazione di una solida e radicata cultura del servizio.

LO STRUMENTO DI CONDIVISIONE DEI VALORI: IL BILANCIO DEI VALORI INTANGIBILI

“Il Capitale Intellettuale è la somma di tutto quello che ogni persona all’interno della tua azienda conosce in grado di fornirti un vantaggio competitivo nel mercato”. (Tom Stewart , del giugno 1991 “Brain Power – How Intellectual Capital Is Becoming America’s Most Valuable Asset)

“In un contesto competitivo caratterizzato dall’accelerazione del cambiamento e dall’aumento progressivo della complessità e dell’incertezza, le imprese sono portate ad ampliare la gamma delle proprie competenze e ad applicare approcci innovativi: questo al fine di realizzare soluzioni in grado di produrre valore sia per l’azienda, sia per gli stakeholder interni ed esterni.” Così recita il contributo del Bilancio dei valori intangibili alla valutazione delle risorse d’azienda di Eptaconsors.
Questa brain company vuole adeguare, concretamente,  il proprio processo introspettivo alla visione dell’organizzazione basata sulla conoscenza : i flussi di informazione sono tanto importanti quanto quelli finanziari e il personale è fonte di reddito e non di costi. Un mondo in cui la relazione con il cliente non è più guidata a senso unico dal mercato, ma diventa una partnership in cui le soluzioni sono concreate e la conoscenza circola in entrambe le direzioni.
Per fare questo gli indicatori di performance esclusivamente economica non possono rappresentare la dimensione dell’agire imprenditoriale, costituito dalla capacità di creare valore per gli azionisti, per i clienti, per i collaboratori e per la collettività.
La valutazione quantitativa lascia il posto ad un processo che coinvolge non solo diversi indicatori, ma anche molteplici attori-stakeholder dell’impresa.

Il bilancio dei valori intangibili rappresenta uno stile una scelta di fondo: trasparenza correttezza e volontà di “esporsi al giudizio”.
Per evidenziare il livello di imprenditorialità esistente all’interno dell’organizzazione, si individua uno specifico “valore interno” dato dalle conoscenze, dalle esperienze individuali e collettive, dalle azioni, dai comportamenti e un “valore esterno” che emerge dalle relazioni prodotte, gestite, verificate, in sintesi interpretate dalle persone.
Obiettivo di tale processo è andare oltre il semplice concetto di impresa produttrice di beni e servizi per affermare quello di produttore di cultura imprenditoriale.

Il bilancio dei valori intangibili si suddivide in tre sezioni complementari che evidenziano non soltanto la forte interrelazione ma anche l’unicità del progetto impresa.
Le tre aree dell’intelligenza, dell’innovazione e delle relazioni rappresentano la sintesi degli elementi che all’interno di ogni organizzazione sono preposti alla produzione di conoscenza ed alla creazione di valore per tutti gli stakeholder.

Il capitale intellettuale  mette in evidenza il valore delle persone che fanno impresa e che vivono il processo di confronto tra obiettivi dell’organizzazione ed obiettivi propri.

Il capitale intellettuale strutturale che mette in evidenza la “ricchezza prodotta” dalle opportunità, dalle persone, dalle esperienze, dagli investimenti tecnologici che si traducono in valore per l’impresa.
La terza area definita come capitale relazionale e di reputazione  mette in evidenza il progetto e i processi che l’impresa ha adottato per alimentare la quantità e la qualità dello scambio con i diversi interlocutori.

Il Gruppo Eptaconsors ha messo a punto un modello specifico finalizzato alla misurazione ed alla quantificazione del capitale intangibile attraverso l’elaborazione di una serie di indicatori.
Seguendo la tripartizione del bilancio, il modello si basa sulla costruzione e calcolo dei seguenti indici:
Indice di capitale intellettuale
Indice di capitale intellettuale strutturale
Indice di capitale relazionale

Assegnando il valore 100 al peso di ciascuna delle tre aree di capitale intangibile all’interno “dell’impresa ideale” gli indici rappresentano una percentuale che si ottiene attraverso l’individuazione, la misurazione ed il calcolo della media ponderata di una serie di sottoindicatori. Tali sottoindicatori, a loro volta si basano su alcuni parametri cui è possibile attribuire, mediante un accurato processo di autovalutazione, uno specifico valore entro un range predefinito.

1) indice di capitale intellettuale

2) indice di capitale strutturale

3) indice di capitale relazionale

Il gruppo

In quasi vent’anni di attività, Eptaconsors ha costruito e consolidato il proprio vantaggio competitivo nel mercato finanziario nazionale, attraverso la ricerca dell’eccellenza dei processi intellettuali su cui si fonda l’operatività quotidiana di ogni azienda del gruppo, creando una cultura d’impresa solida, diffusa e condivisa.
Questo percorso evolutivo ha portato alla costituzione di una rete di aziende, un network di specialisti della finanza che possono associare alle sofisticate cognizioni tecniche, necessarie per affrontare con competenze mercati e segmenti di mercato sempre più complessi e interrelati, la più ampia visione resa possibile dalla continua condivisione di dati, informazioni, analisi, ricerche e conoscenze.

IR TOP ne parla con Vincenzo Galimi, Responsabile Comunicazione d’Impresa, Eptaconsors