In occasione dell’evento Smau 03 sono stati presentati i dati previsionali per il settore ICT in Italia. Quali sono a Suo avviso le prospettive più realistiche per i prossimi anni?

L’aggiornamento del Rapporto EITO 2003 di Ottobre ha confermato per il 2003 l’andamento negativo del mercato europeo ICT che si protrae ormai da un triennio, in conseguenza sia di fattori esogeni (stagnazione degli investimenti e dell’economia in generale) sia di fattori endogeni (conclusione del grande ciclo di sviluppo degli anni 90).  Per il 2004 e seguenti si valuta prossima la fine del ciclo negativo e l’avvio di un processo graduale di ripresa della domanda di investimenti e di consumi ICT in Europa (a fronte dei segnali ormai evidenti di un robusto sviluppo del mercato americano e delle crescite a due cifre già in atto in alcuni mercati asiatici). Tale ripresa appare collegata alle attese di rilancio degli investimenti e del contesto macroeconomico europeo ed in specie italiano, tenuto conto della debolezza strutturale dell’economia italiana. E’ altrettanto vero che il mercato ICT italiano, che presenta gap strutturali negli investimenti ICT rispetto ai maggiori Paesi europei (specie nelle piccole imprese e nelle amministrazioni pubbliche), offre notevoli spazi ed opportunità di crescita potenziale. Come dimostrano l’accelerazione della penetrazione di Internet e la diffusione della telefonia mobile, in Italia è fortemente cresciuta la cultura della tecnologia ICT e dei vantaggi che essa determina quanto a produttività e crescita competitiva.    

La crescita esponenziale del settore iniziata negli anni ’90 ha subìto inevitabilmente una battuta d’arresto. Si può parlare quindi di una nuova era dell’ICT?

Abbiamo davanti a noi potenti driver tecnologici ed applicativi: la diffusione degli accessi a banda larga sia nel fisso che nel mobile apre spazi straordinari per nuovi sviluppi di contenuti e servizi digitali. La tecnologia digitale sta accelerando i processi di convergenza multimediale che vedranno la definizione di nuove catene del valore digitale (digital value chains). Nelle amministrazioni si accelerano gli sviluppi di applicazioni di e-government e nelle imprese stanno avviandosi processi di riorganizzazione attorno alle integrazioni e-business di rete ed agli sviluppi di ecosistemi reticolari tra imprese. Si può quindi parlare di un nuovo ciclo dell’ICT allargato, che non rivedrà probabilmente i tassi a due cifre degli anni 90, ma che segnerà profondamente l’intero ciclo economico dei prossimi anni.

Telecomunicazioni e informatica rappresentano le due macroaree del settore: i dati previsionali divergono sensibilmente nei due casi?

Tenuto conto che sempre meno significativa diviene una separazione netta tra le due aree per il ruolo crescente che nelle telecomunicazioni svolgono i programmi software, Internet e la tecnologia IP ed i servizi a valore aggiunto, il Rapporto EITO 2003 evidenzia nel 2003 la particolare debolezza del mercato dell’informatica, non solo per l’hardware, ma anche per i servizi professionali ed il software, a fronte di una domanda in crescita nei servizi dei carrier delle telecomunicazioni (peraltro non più a due cifre come negli anni 90 per effetto del boom della telefonia mobile e della liberalizzazione dei mercati TLC).

Ritiene che in Italia il settore debba adottare particolari misure preventive per affrontare al meglio le sfide del mercato?

In tutti i paesi sono in atto iniziative di politica economica per promuovere ed accelerare la diffusione delle tecnologie ICT, quale motore della produttività e dello sviluppo economico (sono ben noti gli effetti degli investimenti ICT nell’economia USA) e la stessa Unione Europea non si stanca di avviare iniziative per l’utilizzo diffuso dell’ICT (pensiamo al progetto e-europe). Il governo Italiano sta dedicando attenzione, anche se non risorse adeguate, alla diffusione della banda larga, alle applicazioni di e-government, all’utilizzo di Internet nelle scuole, al sostegno degli investimenti ICT da parte delle imprese.
Per partecipare adeguatamente all’economia digitale della rete (Net Economy) è fondamentale creare un contesto generale favorevole di tipo sistemico per l’intero paese che coinvolga imprese ed istituzioni pubbliche, formazione e ricerca, cittadini e consumatori. L’industria italiana dei servizi di telecomunicazione, spesso in posizioni di leadership innovativa rispetto ad altri contesti europei, si sta muovendo in coerenza con questo obiettivo. Occorre inoltre che anche gli operatori informatici si muovano in questa direzione, riducendo l’attuale frammentazione e dispersione di obiettivi, favorendo la ripresa di start-ups innovative e contribuendo maggiormente alla ricerca applicativa in una prospettiva di convergenza digitale multimediale dei servizi e delle applicazioni informatiche.
   

Quali sono le opportunità più interessanti che gli operatori dovranno essere in grado di cogliere?

Come già detto, si sta aprendo un nuovo ciclo guidato dalla convergenza multimediale e dalle nuove applicazioni e servizi a banda larga. L’Italia ha raggiunto una leadership nella telefonia cellulare mobile e vi sono grandi opportunità da cogliere per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi multimediali nell’evoluzione verso la banda larga. Vi sono poi spazi da sviluppare nei nuovi contenuti digitali a cui EITO sta dedicando uno studio speciale che sarà presentato a inizio 2004: l’industria dei contenuti digitali è un’area dove imprese italiane ed in specie start-ups potrebbero acquisire ruoli importanti su scala europea ed internazionale, utilizzando la forte capacità innovativa ed il patrimonio di cultura e conoscenza di cui il Paese è ricco. Infine vi è un enorme spazio da coprire nelle applicazioni di rete nelle piccole imprese italiane e nei distretti industriali, oggi sostanzialmente ancora vuoti di ICT, che possono e debbono trovare nelle applicazioni ICT il rilancio della loro competitività e sviluppo.

IR Top ne ha parlato Bruno Lamborghini, Presidente dell’Osservatorio EITO